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La tribuna di Prima Cava

A distanza di anni dalla frana che ha colpito la strada di Petrellosa, la situazione resta critica. I blocchi in cemento armato, installati come misura temporanea, continuano a restringere la carreggiata, causando disagi quotidiani alla circolazione.

L’Associazione Prima Cava lancia un nuovo appello alle istituzioni: “Serve un intervento tecnico serio, non rattoppi”, dichiara il presidente Mirko Giordani.

La proposta dell’associazione è chiara: rimuovere i blocchi e mettere in sicurezza il versante franoso con una rete metallica di contenimento. “La comunità di Petrellosa vive in uno stato di semi-isolamento. La strada è vitale per i residenti, i mezzi agricoli e di soccorso”, aggiunge Giordani.

In assenza di risposte concrete, Prima Cava si dice pronta ad avviare iniziative di sensibilizzazione e pressione civile. La richiesta è semplice quanto urgente: rispetto e attenzione per una comunità troppo spesso dimenticata.


Articolo apparso su Ulisse Online

 
 
 

Da settimane una copiosa perdita d’acqua dal sottosuolo di via Salvo D’Acquisto continua a riversarsi sull’asfalto, sotto gli occhi attoniti di residenti e automobilisti. Nonostante le numerose segnalazioni, nessun intervento risolutivo è stato effettuato dagli enti preposti, lasciando che litri d’acqua potabile vengano sprecati ogni giorno.

A denunciare con forza la situazione è Mirko Giordani, presidente del movimento civico Prima Cava, che parla di “paradosso evidente” e accusa le istituzioni di immobilismo. «Siamo al limite del grottesco – afferma Giordani – da giorni l’acqua sgorga come da una sorgente. È chiaro che si tratta di una tubatura rotta, eppure nessuno interviene».

I cittadini della zona hanno documentato tutto: messaggi, foto, post sui social, segnalazioni agli uffici. L’unico intervento ricevuto? Una semplice toppa d’asfalto che non ha minimamente risolto il problema. «In un’estate in cui si raziona l’acqua con ordinanze comunali – continua Giordani – vedere questa dispersione è un insulto all’intelligenza e ai sacrifici della cittadinanza».

Il movimento Prima Cava invita la popolazione a non arrendersi, a continuare a segnalare e a pretendere risposte. «Non è più tollerabile questa superficialità – conclude Giordani – è tempo che l’amministrazione si assuma le proprie responsabilità, con fatti concreti e non con slogan».


L'articolo è apparso su Ulisse Online

 
 
 

“Arriva l’estate e, come un triste rituale, tornano delinquenti e sciacalli a fare ruberie nelle case e negli esercizi commerciali degli onesti cittadini cavesi” così dichiara Michele Colella, vicepresidente dell’Associazione Prima Cava.

“Da carabiniere in congedo e quindi con un po’ di esperienza alle spalle, dico che ovviamente è un bene che i cittadini si tengano informati attraverso gruppi di vicinato, ma purtroppo a Cava ormai il problema è anche di percezione: la città è percepita come abbandonata, non controllata, insicura e con le frazioni particolarmente vulnerabili, e questo attira malfattori di ogni sorta. Serve controllare il territorio, serve far percepire che c’è sicurezza, serve un corpo di polizia locale a pieno organico, perchè purtroppo le nostre forze dell’ordine, a cui va il mio plauso, sono oberate di impegni. I cittadini sono encomiabili nel loro sforzo quotidiano, ma la politica locale deve battere un colpo. Sono interessati si o no al fatto che le case di onesti lavoratori sono svaligiate un giorno sì e l’altro pure? Qualcuno dirà che non ci sono i soldi per garantire un corpo di polizia locale efficiente e numeroso: se magari si fosse sprecato di meno, forse non saremmo a questo punto” conclude con amarezza Michele Colella.


Articolo apparso su Ulisse Online

 
 
 
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